Un antico bordello della città romana di Pompei, noto come “la tana della lupa”, è stato riaperto al pubblico da lunedì scorso dopo i lavori di restauro.
Gli angusti corridoi del bordello sono decorati con affreschi erotici raffiguranti prostitute che intrattengono i loro clienti in varie posizioni; le pareti sono anche incise con graffiti espliciti, tracciati dalle lavoratrici del sesso e dai loro clienti.
L’edificio è stato chiuso saltuariamente dall’ottobre 2018, prima a causa dei danni causati dalle forti piogge e dal maltempo, poi dal marzo dello scorso anno a causa della pandemia di Covid-19.
I bordelli nell’antica Roma erano conosciuti come “lupanari” o tane delle lupe, termini che derivavano dal nome “lupa”, sinonimo di prostituta.
Il bordello a due piani di Pompei, che offriva agli uomini romani i servizi sessuali di prostitute sia maschili che femminili, fu scavato per la prima volta nel 1862.
È sopravvissuto all’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., che seppellì Pompei sotto uno spesso strato di cenere e pomice.
Le prostitute, la maggior parte delle quali erano schiave, lavoravano in piccole celle, grandi appena per un letto di pietra o di legno. Le celle non avevano porte ma potevano essere chiuse con delle tende.
Il lupanare di Pompei era “un edificio a due piani dedicato alla prostituzione, un commercio che veniva praticato anche in case e locande. È noto per la sua collezione di dipinti con scene erotiche che decorano i corridoi del piano terra, illustrando come in un catalogo i servizi che venivano offerti”, ha spiegato il sito archeologico in un comunicato.
“Pompei è un enorme museo a cielo aperto. Tra edifici pubblici, case, negozi e strade è possibile rivivere l’atmosfera della vita quotidiana dell’epoca romana.”
Il bordello è sempre stato “uno degli edifici più popolari” tra i visitatori.
Ha ispirato un libro pubblicato di recente, The Wolf Den (La tana della lupa), dell’autrice Elodie Harper, che immagina la vita delle donne che erano costrette a lavorarci.
Riapre al pubblico anche la Villa dei Misteri o Villa dei Misteri, così chiamata per gli squisiti affreschi che raffigurano una giovane donna che viene iniziata a un culto misterico dedicato a Dioniso o Bacco, forse in preparazione al matrimonio.
Gli affreschi furono dipinti intorno al 60 a.C. e decorano una delle molte stanze della grande villa suburbana, situata alla periferia di Pompei.
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