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Londres, 21/06/2025
Londra – Sabato di striscioni e contraddizioni
Nel cuore di Londra, dove il Tamigi scorre tra tradizioni secolari e vetrine globali, una scena è diventata consueta: migliaia di manifestanti pro-Palestina sfilano con bandiere, tamburi, cori e un messaggio sempre più esplicito:
“Liberate la Palestina. Giù le mani dall’Iran.”
Ma stavolta qualcosa ha colpito di più. Non il numero dei presenti — comunque rilevante — né l’entusiasmo — evidente. È stata la presenza crescente di bandiere iraniane e ritratti dell’Ayatollah Ali Khamenei, innalzato da alcuni gruppi come simbolo di “resistenza”.
Uno striscione stampato con cura diceva:
“Scegli il lato giusto della storia”, accanto al volto serio e composto della Guida Suprema iraniana.
Tra i palazzi vittoriani e i bar vegani di Soho, si sono incrociati mondi diversi e spesso inconciliabili: la causa palestinese, la teocrazia iraniana, i diritti umani, il femminismo islamico, e una confusione diplomatica a cielo aperto.
Da Gaza a Teheran con scalo a Londra
Dal 7 ottobre, le manifestazioni pro-Palestina sono diventate quasi un rito del fine settimana nel Regno Unito. Ma nelle ultime settimane, la presenza sistematica di simboli iraniani segna una svolta politica e visiva.
Per alcuni analisti inglesi, è una “solidarietà regionale ampliata”. Per altri, un “sbiancamento selettivo delle teocrazie”.
Forse il cartello più sincero era quello che diceva:
“Non ci lasciano scegliere bene. Allora scegliamo forte.”
Le strade hanno parlato. Ma come sempre, non parla il cartello, parla la mano che lo regge.
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