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🇮🇹 Oppio del popolo, imposta dell’Impero

BlogDiario.info
Globus, 12/06/2025

Per Felix Inkstone

Quando l’Impero Romano cominciò a vacillare, non fu per colpa dell’oppio. L’oppio stava benissimo. Regolato. Venduto in 793 negozi solo a Roma, generava un gettito fiscale pari al 15% delle entrate statali. Niente male per una sostanza che toglieva il dolore, la tosse, i nervi e pure la voglia di ribellarsi.

Dioscoride, influencer farmaceutico del I secolo, lo diceva chiaro: “da applicare a chi non riesce a dormire”. Nessun bisogno di marketing. L’oppio era accessibile, efficace e – se mescolato alla farina – anche economico.

E l’hashish? Quello costava di più. Non era sotto controllo statale. Era, diciamo, il gin tonic degli stoici.

Oggi, in Colombia, ciò che una volta era affare da senatori è diventato un business familiare con filiali in ogni angolo.
Al posto dell’editto sui prezzi, c’è il “laboratorio” rurale.
Sparita la tassa imperiale, è arrivato il “pedaggio narcos”.

La domanda, oggi, non è chi si droga.
Ma chi incassa.

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