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Germania, 06/05/2025
In Germania, come nelle migliori commedie politiche, i finali non sono mai davvero definitivi. Quando Friedrich Merz si è trovato senza maggioranza nella prima votazione per diventare Cancelliere, più di un tedesco ha sospirato davanti alla birra, mormorando: “Questa l’abbiamo già vista.”
E non avevano torto.
Era il 1949, la Germania stava risorgendo dalle macerie, e Konrad Adenauer —altro signore dal cipiglio austero e dal passo deciso— aveva avuto bisogno di un secondo turno per essere eletto. Ce l’ha fatta per UN solo voto. Perché, si sa, in politica tedesca, se non c’è tensione, non funziona.
Oggi, nel 2025, Friedrich Merz — incarnazione del conservatorismo con spirito da contabile e sorriso scolpito nella pietra — ripete il copione: promettere ordine, stabilità e un pizzico di brivido… con supplemento elettorale incluso.
Coincidenza? Tradizione? O forse solo quello spirito tedesco che dice: “Sì, ti eleggiamo… ma solo dopo averci pensato benissimo, con precisione cronometrica e due giri di consultazioni.”
Nel frattempo, i tedeschi guardano le urne con quella combinazione di rispetto e rassegnazione tutta loro. Perché nella terra della puntualità e dei ballottaggi, tutto si decide… aber mit Präzision.
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