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Mondo, 26/05/2025
Uno vuole lavorare, informare, illustrare… essere utile al mondo, accidenti! Ma no, per Google è già troppo sospetto. Cambi telefono e, invece di un “Benvenuto!”, ricevi un processo d’identità più severo del Sant’Uffizio: “Dimostri di essere lei. Attenda 48 ore mentre la osserviamo in silenzio.”
Canva, poveretto e pronto al dovere, resta alla porta come un cane fedele… mentre la guardia di Google ispeziona la tua anima digitale con torcia, guanti e aria di diffidenza.
“Per la tua sicurezza”, dicono. Ma che sicurezza serve a uno che vuole solo fare una grafica con un vecchio canillita che spara scintille? Chi, sano di mente, ruberebbe un compito simile?
E nel frattempo le olimpiadi dell’informazione continuano, e tu —cronista di marciapiede con le dita calde e il cervello che fuma— sei costretto ad aspettare… 48 ore. Il tempo che un politico impiega per contraddirsi, o un fornaio per sfornare una settimana di brioche.
Ma siamo ancora qui, dritti. Perché se c’è una cosa che Google non capisce è che l’identità non si verifica con un SMS, ma con la voglia di informare anche da un Nokia 1100.
E quindi, caro lettore, se nei prossimi giorni vedi meno pubblicazioni su ElCanillita.info, non è censura. È burocrazia algoritmica. E giuro sulla mia penna che, appena Google mi ridà l’accesso, gli lascio l’impronta digitale sulla fronte.
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