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🗞️🇮🇹 Gaza: arriva l’“arbitro” americano — entra in gioco il muscolo del Pentagono

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Per ora dicono che non metteranno piede a Gaza. Ma in Medio Oriente il “per ora” è il sinonimo più elegante di “vedremo”.

Le truppe statunitensi hanno iniziato ad arrivare in Israele per partecipare alla missione internazionale che dovrà sorvegliare il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, secondo quanto rivelato da ABC News citando due funzionari del Pentagono.

Si tratta di un primo contingente di 200 militari, in arrivo tra oggi e il fine settimana dagli Stati Uniti e da basi americane in tutto il Medio Oriente. La missione apre la fase più delicata dell’accordo di tregua: la pace armata.

Il centro di comando congiunto

Gli Stati Uniti lavoreranno alla creazione di una sala di controllo multinazionale, destinata a coordinare:

  • Forze di Difesa Israeliane (IDF)
  • Ufficiali militari di Egitto, Qatar e Turchia
  • Probabile presenza di rappresentanti degli Emirati Arabi Uniti

Secondo fonti militari, la base operativa iniziale sarà in Egitto. Nel frattempo, il capo del Comando Centrale USA (CENTCOM), l’ammiraglio Brad Cooper, è arrivato ieri in Israele per supervisionare la catena di comando.

Entrano o non entrano a Gaza?

La versione ufficiale del Pentagono è cristallina:
«Non è previsto che truppe americane entrino a Gaza».

Perfetto. Anche nel 2003 “non era prevista” un’invasione terrestre in Iraq. Eppure andò come andò. La diplomazia parla in inchiostro simpatico: ciò che oggi è “non previsto” domani diventa “inevitabile per motivi di sicurezza”.

Perché Washington è entrata in scena?

Obiettivi dichiarati:

  • Monitorare il cessate il fuoco
  • Coordinare la sicurezza sul territorio
  • Aprire i corridoi umanitari
  • Sostenere la liberazione degli ostaggi

Obiettivi non dichiarati (ma evidenti):

  • Impedire che l’Iran alzi il livello dello scontro
  • Tenere a bada Hezbollah in Libano
  • Limitare i margini di manovra di Netanyahu
  • Riaffermare il controllo geopolitico degli USA contro pressioni di Russia e Cina

Tregua o pausa scenografica?

Tutti parlano di pace, ma intorno si muovono aerei spia, navi militari e negoziatori con elmetto. In Medio Oriente nessun accordo è realmente stabile finché qualcuno continua a contare i missili.

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